Proteggi l’olio

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La luce e il danno ossidativo

L’uso del vetro si è affermato perché i consumatori vogliono vedere l’olio al momento dell’acquisto. Questo perché vi è la convinzione, sbagliata, che per capire se un olio è veramente prodotto da olive è necessario vedere il suo colore. Tutto ciò ha portato alla diffusione del vetro trasparente.

Purtroppo, però, la possibilità di vederne il colore dà in realtà solo una falsa sicurezza al consumatore. Non a caso l’assaggio ufficiale dell’olio non prevede l’esame visivo in quanto la vista potrebbe creare pregiudizio sulla valutazione: l’olio viene fatto assaggiare in bicchieri di vetro scuro, solitamente blu cobalto. Quello che è reale, invece, è che la luce accelera il danno ossidativo e quindi l’irrancidimento dell’olio. Partendo da questo presupposto, seppure con fatica, sono quindi riuscite ad affermarsi le bottiglie in vetro scuro, anche se neppure loro sono in grado di schermare completamente la luce. Non solo quella solare, ma in particolare quella del neon che illumina le corsie dei supermercati. La luce eccita le molecole di ossigeno accelerando a sua volta la reazione ossidativa. Il vetro scuro non è il massimo quanto a efficienza, perché comunque riduce solo del 30% l’assorbimento della luce.

 

Quindi maggiore è il potere schermante, meglio è.

E’ per questo che diamo la possibilità di consumare il nostro olio nella confezione che azzera l’azione di fotosensibilizzazione dei pigmenti presenti nell’olio: la latta.

E da oggi, per chi mangia spesso fuori casa, lo potrai fare anche nei nuovi formati da 250 ml e 500 ml.